Attività sportive

È con le attività sportive che tiriamo fuori da casa persone che convivono con una disabilità. In particolare abbiamo scelto il Powerchair Hockey (hockey su carrozzina elettronica), o forse è lui che ha scelto noi.

Pertanto, a chiunque abbia voglia di scendere in campo e praticare attività sportive, noi forniamo tutto il necessario per potere giocare. In altre parole, attraverso lo sport quale strumento di integrazione, aiutiamo principalmente ragazzi e ragazze affetti da gravi patologie neuromuscolari (distrofia muscolare, sclerosi multipla, atrofia muscolare). In tal modo aiutiamo anche le loro famiglie.

Come avrai capito siamo una squadra che è composta da 12 atleti. Persone affette da gravi handicap motori e che hanno scoperto grazie all’hockey in carrozzina l’emozione e il piacere di praticare uno sport. Nonostante le patologie, chiunque conviva con una malattia neuromuscolare e abbia una forza residua negli arti inferiori o superiori, può praticare questo sport.

Come si gioca? Vediamolo insieme.

Il Powerchair hockey si gioca in palestra su un campo delimitato da sponde alte 20 cm, tra 2 squadre composte da 5 giocatori ciascuna, incluso il portiere. Ogni partita dura 4 tempi da 10 minuti e gli atleti possono usare la mazza o il T-Stick, un oggetto posto davanti alle carrozzine che consente di manovrare la pallina anche ai giocatori con meno funzionalità motorie.

Secondo le regole della Federazione Italiana Paralimpica Powerchair Sport, le squadre sono miste e devono schierare una formazione che rispetti un punteggio massimo. Tale punteggio è dato dalla somma dei punteggi assegnati a ciascun atleta sulla base delle capacità funzionali residue e finalizzato a garantire equilibrio tra gli schieramenti in campo.

Tra le regole possiamo annoverare il divieto del contatto personale e l’impossibilità di giocare la palla sopra i 20 cm.

Lo ribadiamo. Chiunque può praticare questo sport. Noi ci incontriamo ogni mercoledì al Barbera Center, la nostra “Fossa dei Leoni”. Qui ci alleniamo e ci prepariamo fisicamente e psicologicamente alle partite di campionato. Non è soltanto sport, è soprattutto integrazione sociale.